IL CORAGGIO DELLA PREVENZIONE
La frutta e le verdure rosse sono ricche di antiossidanti (in maggior parte antocianine e licopene) e vitamine, specialmente A e C che servono a prevenire molte malattie.
Le antocianine, che danno il colore rosso, hanno capacità antiossidante, antinfiammatoria, antinvecchiamento e anti radicali liberi fondamentali per conservare le cellule del nostro organismo. In particolare hanno un’azione positiva sulla microcircolazione (vene varicose, cellulite, ritenzione idrica). E sul sistema cardiocircolatorio.
Il licopene, invece, presente soprattutto nei pomodori e nel pompelmo rosa, è un efficace antiossidante e sembra avere un ruolo chiave nella prevenzione di alcune forme tumorali.
Arance rosse, fragole, e ciliegie sono ricche di flavonoidi, ottimi per rafforzare vasi sanguigni e capillari, ma non solo: proteggono l’occhio, in particolare la retina, dallo stress ossidativo causato dalla luce.
In generale, le Vitamine A e C (contenute in frutta e verdura dal colore rosso contribuiscono al mantenimento di una pelle normale, al normale funzionamento del sistema immunitario e del metabolismo energetico, alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.
QUALI SONO GLI
ALIMENTI ROSSI?
ORTAGGI:
pomodori, peperoni rossi, radicchio rosso, ravanelli, peperoncino, cipolla rossa, fagioli rossi, barbabietole
FRUTTA:
fragole e fragoline di bosco, lamponi, ribes, ciliegie, amarene, arance rosse e melograno
LO SAPEVI CHE DIFFERENZA C’È TRA:
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Il “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP” è l’emblema della cucina campana, tanto da essere perfino rappresentato nel tradizionale presepe napoletano. Sono pomodori di piccole dimensioni le cui caratteristiche principali sono l’accentuata punta detta “curniciello” o “pizzo”, la buccia spessa e resistente che conserva tutte le sostanze nutritive, la polpa soda, compatta e povera di succo, prosciugata dal sole che splende sui pendii del Vesuvio, il sapore fresco e acre, intenso e vivace. Consumato sia fresco, che nella tipica forma conservata “al Piennolo”, oppure anche come conserva in vetro, secondo un’antica ricetta familiare dell’area, denominata “Pacchetella”. Lo possiamo gustare in uno spaghetto al pomodorino, un tarallo condito, una bruschetta ,una pizza o semplicemente saltato in padella: ritroveremo sempre licopene, antocianine e vitamine A e C in abbondanza.
Le papaccelle, chiamate anche “paprecchie” o “pupaccelle” sono piccoli peperoni di forma globosa coltivati in tutta la Campania. tondi, di un intenso colore rosso o verde, schiacciati ai poli ed estremamente costoluti, con una polpa dalla consistenza piena e croccante e un sapore molto aromatico e caratteristico. Alcuni ecotipi sono più o meno piccanti, e vengono per lo più utilizzati per essere conservati sotto aceto. In ogni zona, però, esistono varianti culinarie per la preparazione delle papaccelle: condite con il sugo di pomodoro o farcite e servite come contorno, utilizzate fresche o conservate.
E’ proprio vero: “il licopene aumenta col calore?”
Per avere il massimo di benefici dal licopene del pomodoro è meglio mangiarlo molto maturo e comunque cotto; ancora meglio se secco conservato in olio extravergine di oliva.
IL COLORE DELL’INVULNERABILITÀ
Gli ortaggi e la frutta di colore arancione contengono altissime quantità di beta-carotene, una sostanza che svolge una potente azione antiossidante e provitaminica, infatti porta alla formazione della vitA (o “retinolo”). Questa vitamina esplica un’azione fondamentale nello sviluppo delle capacità visive,in quanto agisce sia a livello della cornea che della congiuntiva e protegge dalla luce del sole. La mancanza di VitA è un problema nutrizionale mondiale in quanto costituisce una delle principali cause di cecità nei bambini.
I carotenoidi, oltre a essere precursori della vitamina A (retinolo), sono fondamentali per neutralizzare i radicali liberi e riescono a rendere più forte il sistema immunitario del nostro corpo arrestando anche il progresso di malattie pre-cancerose che potrebbero interessare la zona orale e quella cervicale.
QUALI SONO GLI
ALIMENTI ARANCIONI?
ORTAGGI:
carote, patate dolci, peperoni gialli, zucca, cavolfiore arancio
FRUTTA:
albicocche, arance, ananas, limoni, mango, mandaranci, mandarini, meloni, papaia, pesche gialle, pesche noci, pompelmo giallo
LO SAPEVI CHE L’ARANCIA PUÒ ESSSERE UN BUON ANTI ZANZARA?
La buccia d’arancia comune (anche il limone) contiene acido citrico (il limone ne contiene 3 volte di più), che viene molto utilizzato negli alimenti. L’acido citrico respinge le zanzare, ma anche la maggior parte delle mosche e moscerini, profumando l’ambiente.
SCEGLI A KM 0
Il “Limone di Sorrento” era noto già nell’epoca romana, come testimoniano numerosi dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano in cui sono raffigurati limoni molto simili agli attuali “ovali sorrentini”. Ma le più importanti testimonianze scritte sulla presenza di limoni nella zona sorrentina risalgono all’epoca rinascimentale. Atti di vendita, dipinti e trattati di letteratura ci raccontano dell’impiego dei limoni per i più svariati usi. Citato nelle opere di Torquato Tasso, nativo proprio di Sorrento, e di Giambattista della Porta, dell’ “Ovale” ci parla anche lo storico Bonaventura da Sorrento che ne testimonia l’esportazione verso l’America, sin dall’800. Si deve comunque alla tenacia e alle capacità dei produttori locali se oggi disponiamo di un prodotto altamente selezionato e di assoluta qualità.. Il “Limone di Sorrento” è un frutto medio di forma ellittica, con polpa giallo-paglierino il cui abbondante succo, di elevata acidità, è ricco in vitamina C e sali minerali. La buccia, di color giallo intenso, è di medio spessore, molto profumata per la presenza di oli essenziali. Queste peculiari caratteristiche qualitative fanno del “Limone di Sorrento” igp un prodotto di eccellenza per la sua categoria, sia per il mercato dei limoni freschi che per la produzione del famoso “limoncello”, infuso di bucce di limone immerse in alcool purissimo, che proprio in quest’area alimenta un importante indotto economico. Il “Limone di Sorrento” igp è praticamente presente tutto l’anno sui mercati, ma è soprattutto la produzione estiva, realizzata attraverso la pratica della forzatura delle piante sotto le famose “pagliarelle”, che rende del tutto originale e prezioso questo frutto.
Le albicocche o “mele d’oro”, chiamate qui “crisommole”, termine dialettale derivato dal greco, sono i frutti più coltivati nell’area vesuviana, dove la natura vulcanica del terreno, la ricchezza di minerali e di potassio, favoriscono questa coltura conferendo ai frutti un sapore caratteristico. Con la denominazione di Albicocca Vesuviana si indicano in realtà una dozzina di antiche varietà, la cui area di produzione coincide con il territorio di 18 Comuni della provincia di Napoli, all’interno. Originali e bizzarri sono i nomi attribuiti alle diverse varietà: Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa, Pellecchiella, Ceccona, Palummella, Vitillo, San Castrese, Fracasso, Cafona, Baracca. A caratterizzare e distinguere una varietà dall’altra sono le dimensioni, l’intensità del profumo, la levigatezza della buccia ed il sapore che va da quello molto dolce delle albicocche Pellecchiella, all’aroma agro-amarognolo della varietà Vitillo. Ma vi sono caratteristiche comuni quali la polpa gialla zuccherina, il profumo intenso ed il colore giallo aranciato della buccia, cui si sovrappone il rosso sfumato o punteggiato. La maturazione avviene nel periodo medio-precoce, tanto che la raccolta è effettuata già a partire dalla metà del mese di giugno. Destinata al consumo diretto e fresco, l’Albicocca Vesuviana è molto richiesta anche dall’industria di trasformazione, per la produzione di marmellate, succhi, nettari e sciroppi, canditi ed essiccati.
È proprio vero: “che La frutta arancione va mangiata lontana dai pasti?
La risposta è NO. Al contrario di come si pensa la frutta consumata a stomaco pieno non fa assolutamente ingrassare, anzi, l’apporto calorico è esattamente lo stesso di quello che si consuma fuori dai pasti. La stessa cosa vale per il suo contenuto vitaminico, la vitamina C, presente in molti frutti, favorisce l’assorbimento di altre vitamine contenute negli altri alimenti”
ULTRAVISTA
La clorofilla è il pigmento naturale, che determina il colore di tale gruppo di vegetali ed è fondamentale per la fotosintesi clorofilliana, che permette alle piante di ricavare energia dalla luce. Essa, insieme alla vitamina C ed ai folati rende questi alimenti ottimi alleati del nostro sistema immunitario.
Al centro della molecola di clorofilla vi è un atomo di magnesio che favorisce il metabolismo dei carboidrati e delle proteine, stimola l’assorbimento di altri minerali essenziali come calcio, fosforo, sodio e potassio, regola la pressione dei vasi sanguigni e la trasmissione dell’impulso nervoso.
Alcuni tra i vegetali verdi come spinaci, piselli, peperoni, cetrioli e sedano, contengono anche luteina, che unita alla zeaxantina, contribuisce al mantenimento della salute degli occhi ed aiuta a prevenire la degenerazione maculare.
QUALI SONO GLI
ALIMENTI VERDI?
ORTAGGI:
bietole, spinaci, broccoli, cavolo nero, cavolo verza, cicoria, cime di rapa, rucola, lattuga, asparagi, carciofi, cetrioli, agretti, zucchine, prezzemolo e basilico
FRUTTA:
kiwi, uva bianca, mele verdi, avocado, pistacchio e lime
LO SAPEVI CHE…
I piselli non sono verdure ma legumi; appresentano, quindi, una buona fonte di proteine vegetali e sono inoltre ricchi di micronutrienti, come ferro, zinco e vitamine del gruppo B, e di fibra. Quindi vanno considerato un secondo, in alternativa a carne o pesce o uova da mangiare con un primo piatto.
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La torzella o “cavolo greco” è uno dei più antichi cavoli al mondo; appartiene alla famiglia delle Brassicaceae e si è adattata perfettamente all’area vesuviana. La raccolta inizia dalla seconda metà di novembre fino alla prima decade di aprile. Da sempre per i contadini dell’Acerrano-Nolano la torzella è il cibo perfetto per affrontare la stagione invernale, perché ricca di vitamina C, acido folico, fibre e potassio, ma povera di grassi. I germogli di torzella si mangiano freschi nelle insalate, oppure nel classica la minestra maritata, o ancora, insieme ai frutti di mare. Il prodotto si vende sia fresco, sia messo sott’olio o trasformato in crema, da usare tal quale o per condire la pasta.
Il “Carciofo di Paestum” IGP, noto anche come “Tondo di Paestum” appartiene al gruppo genetico dei carciofi di tipo “Romanesco” e si caratterizza per l’aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, la loro elevata compattezza, l’assenza di spine e per un peduncolo inferiore a 10 cm di colore verde con sfumature violetto-rosacee, particolarmente gustoso. Apprezzato da poeti come Pablo Neruda che lo definisce come “Un vegetale armato vestito da guerriero, ma tenero di cuore e di polpa pacifica, si caratterizza per in buon apporto di vitamine e Sali minerali, che rendono il Carciofo di Paestum un eccezionale disintossicante. Molto apprezzato in cucina, per la preparazione di piatti locali come la pizza con i carciofini, la crema e il pasticcio ai carciofi.
E’ proprio vero: “sui carciofi è bene spremere limone?”
Per rendere più assimilabili gli elevati livelli di ferro presenti nei carciofi, è consigliabile abbinarli a cibi ricchi di vitamina C, come gli agrumi; tra l’altro, il gusto acidulo di quest’ultimi ben si sposa bene con i carciofi.
MEMORIA ENCICLOPEDICA
La frutta e gli ortaggi di colore viola sono molto importanti per la salute del nostro corpo: favoriscono infatti le attività intellettive e rallentano l’invecchiamento. Sono proprio i fitochimici presenti in questi alimenti, gli antociani, che conferiscono a questo tipo di alimenti i seguenti colori: rosso scuro, blu e viola
Gli antociani sono presenti nei fiori, nei frutti, negli arbusti e nelle foglie autunnali. La loro funzione è di difendere la pianta dai raggi UV quando non è ancora iniziata la produzione di clorofilla.
Gli antociani sono, inoltre, potenti antiossidanti e vengono utilizzati in medicina per proteggere dalla fragilità capillare e dal rischio di malattie cardiache e per prevenire i processi di invecchiamento cellulare e di formazione di cellule tumorali.
Melanzane, frutti di bosco, barbabietole rosse e uva sembrano essere particolarmente ricche di proprietà a sostegno della salute intestinale, grazie alla presenza di proantocianidine, una particolare tipologia di flavonoidi. È stato dimostrato come queste sostanze contribuiscano alla prevenzione di patologie cardiovascolari, infiammatorie e tumorali.
QUALI SONO GLI
ALIMENTI VIOLA?
ORTAGGI:
radicchio, melanzane, patate viola, cavolo cappuccio viola, cavolfiore viola
FRUTTA:
fichi, mirtilli, more, prugne, susine, uva nera, uva passa, ribes
LO SAPEVI CHE…
Tra la frutta e verdura viola sono presenti anche resveratrolo e antocianidina che contribuiscono ad un abbassamento dei livelli di colesterolo LDL, “cattivo”, nel sangue e a un potenziamento del sistema immunitario.
La parte del cervello che si occupa della memoria a lungo termine si chiama Ippocampo e nel cervello umano sono presenti due ippocampi, uno in ogni emisfero. Nell’uomo, ha una forma curva che ispirò ai primi anatomisti l’immagine di un cavalluccio marino. Il nome, infatti, deriva dal greco hippos = cavallo e kàmpe = bruco.
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La Melanzana lunga di Napoli è un ortaggio che presenta frutti di forma oblunga, di colore viola scuro, con peduncolo lungo e apice stilare tondeggiante e/o leggermente appuntito. Appartiene alla famiglia delle Solanacee, genere Solanum, pianta erbacea annuale, con fusto eretto e ramificato. Le foglie sono grandi di colore verde e tomentose, i fiori sono violacei di grandi dimensioni. Presenta frutti di forma oblunga, di colore nero-marrone scuro con riflessi viola. La coltivazione, realizzata con l’ausilio di pali di sostegno e fili, è interamente manuale. La melanzana napoletana apprezzata per le sue proprietà organolettiche nonché per la consistenza e scarsa propensione all’ossidazione trova impiego in numerose preparazioni gastronomiche per lo più fritta (“a funghetti”, “parmigiana”, “imbottita”), ma anche al forno, grigliata, sott’olio o in abbinamento con la pasta.
I Fichi di San Mango sono una produzione tipica di alcuni comuni avellinesi quali Castelfranci, Paternopoli, Caposele, Fontanarosa e, non ultimo, San Mango sul Calore, da cui prendono il nome. Le piante di questa varietà di fico, sono resistenti alle basse temperature, producono un frutto dalla forma leggermente appiattita, che si presenta con una buccia sottile, di colore giallo arancio nel momento in cui viene raccolto, che diventa rosso una volta raggiunta la maturazione fisiologica. Il fico di San Mango ha una polpa molto succosa color bronzo scuro, talvolta tendente al rosso, con semi numerosi e un sapore caratteristico, poco zuccherino. Matura tra fine giugno e inizi di luglio. Il fico di San Mango può essere consumato fresco oppure impiegato nella preparazione di mostarde, conserve e utilizzato nella pasticceria, ricoperto di cioccolato o glassato.
FORZA E SALUTE
Il bianco si lega alla forza e alla salute in quanto gli alimenti di questo gruppo contengono una buona quantità di:
- Potassio che è un elemento fondamentale nella contrazione muscolare sia dei muscoli scheletrici sia di quelli del cuore. In questo modo aiuta a regolare il ritmo cardiaco e la pressione del sangue
- Antiossidanti come la Quercetina, che favorisce la produzione di vitamina E ed è un ottimo antiossidante, contribuendo quindi a contrastare le infiammazioni ed i tumori e gli Isotiocianati utili a combattere l’invecchiamento cellulare
QUALI SONO GLI
ALIMENTI BIANCHI?
ORTAGGI:
aglio, cavolfiori, cipolle, finocchi, funghi, porri, sedano
FRUTTA:
mandorle, mele, noci, nocciole, pere, fichi bianchi, castagne
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Fico Bianco del Cilento DOP: E’ una delle varietà più pregiate di tutto il Meridione. Si produce in ben 68 comuni della Campania. Prima di essere commercializzato viene essiccato per poi essere farcito con mandorle, nocciole, bucce di agrumi, noci, semi di finocchietto, ricoperti al cioccolato o immersi nel rum. Questa diversificazione del prodotto permette di ampliare la gamma dell’offerta in modo tale da soddisfare i vari gusti. I Fichi Bianchi del Cilento sono perlopiù richiesti durante il periodo natalizio.
Melannurca Campana IGP : E’ una delle varietà di melo più apprezzate e conosciute. L’Annurca viene considerata la regina delle mele; questo frutto è molto ricche di vitamine, di fibre e di minerali quindi risulta essere molto diuretica e adatta ad anziani e bambini. Si produce in ben 137 comuni delle province campane e viene utilizzata per la preparazione di succhi, dolci e liquori.
Cipollotto Nocerino DOP: Si coltiva in provincia di Salerno e di Napoli. E’ un prodotto altamente digeribile in quanto la sua polpa è tenera, dolce, poco piccante e acre. Si consuma prevalentemente fresco in quanto, essendo un prodotto che si raccoglie in primavera, non è molto propenso alla conservazione infatti si accompagna bene ad insalate verdi e pomodori
E’ proprio vero: “Una mela al giorno leva il medico di torno”?
Certamente sì. Consumare mele migliora la digestione dei grassi e la resistenza all’insulina. Favorisce l’abbassamento di colesterolo e trigliceridi; non tutte le mele, tuttavia. hanno lo stesso effetto. Studi recenti hanno infatti la mela Limoncella (coltivata anche in Campania ha un potere ossidante dal 15 al 44% superiore alle Red e Golden Delicious e all’Annurca. A livello del colon poi, l’assorbimento di polifenoli della Limoncella è superiore del 25% rispetto all’Annurca (già di per se nota come mela della salute), del doppio rispetto alla Golden e del triplo rispetto alla Red Delicious.